Silvia Salis: volto nuovo o strategia di palazzo?

Silvia Salis candidata sindaco Genova

Genova si prepara a una nuova battaglia elettorale e il centrosinistra cala la sua carta: Silvia Salis. Ex atleta olimpica, vicepresidente del CONI, una figura esterna alla politica nel senso stretto del termine, ma che ha già avuto un ruolo istituzionale riconosciuto. Il centrosinistra cerca di presentarla come una ventata d’aria fresca, ma è davvero così? Oppure siamo di fronte a un’operazione ben calibrata per strizzare l’occhio all’elettorato moderato e benpensante della città?

Silvia Salis: outsider o figura istituzionale?

Nata a Genova nel 1985, Silvia Salis ha costruito la sua carriera nel mondo dello sport, diventando un punto di riferimento nel lancio del martello, fino alla partecipazione alle Olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012. Dopo il ritiro dall’attività agonistica, è entrata nel mondo della dirigenza sportiva, fino a diventare vicepresidente vicaria del CONI. Un curriculum di tutto rispetto, ma è proprio questa esperienza istituzionale che rende difficile definirla una semplice outsider della politica.

Nel 2023, infatti, Salis è stata nominata da Marco Bucci “ambasciatrice di Genova nel mondo”, un riconoscimento che la avvicina, almeno simbolicamente, all’attuale amministrazione di centrodestra. Un dettaglio non da poco, perché questa candidatura sembra costruita per apparire neutrale, rassicurante e capace di attrarre anche quell’elettorato moderato che ha sostenuto Bucci negli ultimi anni.

Una candidatura per piacere ai moderati?

La scelta di Silvia Salis sembra puntare dritto a quell’elettorato centrista che difficilmente si riconosce nei profili più radicali della coalizione. La sua immagine è quella di una persona competente, concreta, distante dalle logiche di partito e soprattutto lontana dai toni dello scontro politico più acceso. Un profilo che può rassicurare chi non si identifica nel centrodestra, ma nemmeno nelle battaglie più intransigenti del Movimento 5 Stelle o della sinistra più radicale, e che forse l’avvicina al centrismo cui aspira Italia Viva.

Il centrosinistra genovese, del resto, ha bisogno di una candidatura che possa tenere insieme anime molto diverse: il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Alleanza Verdi e Sinistra. Un’alleanza complessa, in cui le tensioni non mancano, soprattutto su temi chiave come la Gronda di Genova, sostenuta da PD e Italia Viva ma osteggiata dal M5S. La figura di Salis, apparentemente distante dai partiti e dai loro conflitti, sembra essere stata scelta proprio per mediare tra queste posizioni e presentare un volto più compatibile con il voto moderato.

Un’operazione costruita a tavolino?

La candidatura di Silvia Salis appare quindi come un’operazione politica ben calibrata. Non è una figura proveniente dai movimenti civici o dal mondo del sociale, né una persona emersa da battaglie locali sul territorio. È invece una personalità istituzionale con un profilo che può essere speso in maniera trasversale, senza generare forti opposizioni. Ma basterà questo a convincere gli elettori?

Uno degli elementi da considerare è proprio la sua provenienza sociale. Salis è cresciuta a Genova, in una famiglia legata al mondo dello sport. Suo padre era custode del campo di atletica di Villa Gentile, un contesto che ha segnato la sua infanzia e il suo avvicinamento all’atletica leggera. Questo aspetto potrebbe essere un vantaggio per la sua credibilità nel mondo istituzionale, ma al tempo stesso solleva interrogativi sulla sua reale capacità di interpretare i problemi più concreti della città, dalle periferie al lavoro precario, fino alle emergenze ambientali.

Può battere il centrodestra?

A questo punto, la domanda chiave è: Silvia Salis ha il carisma per competere contro il candidato del centrodestra? Riuscirà a raccogliere voti oltre la base tradizionale del centrosinistra e a convincere i genovesi di essere la figura giusta per guidare la città?

Se da un lato il suo profilo moderato può attrarre parte dell’elettorato centrista, dall’altro il rischio è che non scaldi gli animi e non rappresenti una scelta di rottura sufficiente per chi vuole un vero cambiamento.

Genova ha bisogno di una visione chiara

Ciò che manca ancora, in questo quadro, è una proposta politica chiara e forte. Qual è la visione di Silvia Salis per Genova? Quali sono le sue posizioni su temi fondamentali come mobilità, gestione del porto, crisi abitativa, transizione ecologica e abbattimento delle barriere architettoniche? La capacità di rispondere a queste domande sarà decisiva per il successo della sua candidatura.

Le prossime settimane saranno cruciali per capire se Salis saprà imporsi come leader credibile o se il centrosinistra ha puntato su un volto che, al di là della novità apparente, rischia di non lasciare il segno. In un momento in cui Genova ha bisogno di soluzioni concrete e coraggiose, basterà una candidatura studiata a tavolino per convincere davvero gli elettori?