
di Alice Salvatore
I tetti verdi non sono una trovata moderna, ma una soluzione antica che fonde bellezza e praticità. Gli iconici giardini pensili di Babilonia, attribuiti al re Nabucodonosor II intorno al 590 a.C., sono probabilmente l’esempio più affascinante di coperture vegetali dell’antichità.
Pur rimanendo avvolti nel mistero e nel dibattito storico, queste meraviglie sono celebrate nei testi di autori come Strabone e Quinto Curzio Rufo, che li descrivono come vere oasi sopraelevate, adornate da alberi e piante alimentati da un ingegnoso sistema di irrigazione. Non a caso, i giardini figuravano tra le sette meraviglie del mondo antico, incarnando il potere, l’estro e la genialità dell’ingegneria babilonese.
Il sistema idraulico che rendeva possibile tale prodigio potrebbe aver utilizzato le viti di Archimede o reti di canali multipli per sollevare l’acqua dal fiume Eufrate, garantendo terrazze lussureggianti anche nel clima torrido della Mesopotamia.
Un trionfo della tecnica, che non solo alimentava la vegetazione ma gettava le basi per una relazione visionaria tra natura e architettura. Nonostante la loro funzione principalmente celebrativa, i giardini pensili sono oggi considerati una sorta di precursore simbolico dei tetti verdi moderni.
I tetti erbosi: la risposta nordica ai rigori dell’inverno

Avanzando nei secoli, i tetti erbosi fecero la loro comparsa nelle fredde regioni del nord Europa, come Norvegia e Islanda, e in altre aree montane e rurali come le Alpi. Tra l’VIII e l’XI secolo, le popolazioni nordiche perfezionarono la tecnica di costruzione per affrontare i rigidi inverni: uno strato di corteccia di betulla sormontato da zolle di terra e vegetazione garantiva isolamento termico e acustico.
Durante l’inverno, il calore si disperdeva meno, mentre in estate gli interni rimanevano freschi grazie alla capacità della vegetazione di riflettere il calore e rinfrescare attraverso l’evapotraspirazione, ovvero il processo con cui piante e terreno rilasciano acqua nell’atmosfera sotto forma di vapore.
Non era solo una questione di comfort: la copertura erbosa proteggeva anche le strutture in legno dall’umidità, allungandone la vita. Le tipiche “turf houses” islandesi, ad esempio, combinavano fondamenta in pietra e strutture in legno ricoperte da blocchi di torba che creavano un manto erboso spesso e isolante. Oltre a resistere alle intemperie, queste case si armonizzavano con il paesaggio naturale, utilizzando materiali locali come pietre, legno e torba.
Anche nelle Alpi svizzere e austriache i tetti erbosi erano una scelta comune. Qui, oltre a garantire protezione termica, contribuivano alla stabilità del terreno in zone collinari, prevenendo frane e smottamenti. Un esempio straordinario di adattamento dell’architettura alle esigenze del territorio.
Isolamento naturale e sostenibilità: un’eredità riscoperta
La combinazione di terra, erba e neve era un isolamento naturale eccezionale, un’intuizione che anticipava di secoli le moderne tecnologie di risparmio energetico. La vegetazione non solo schermava dal calore estivo, ma, attraverso il processo di evapotraspirazione, contribuiva al raffreddamento naturale degli ambienti.
Questi tetti erano quindi una soluzione straordinaria, semplice e perfetta per rispondere alle sfide climatiche dell’epoca.
Con l’avvento del XIX secolo, i tetti erbosi lasciarono progressivamente il posto a materiali industriali, ma nel XX secolo sono stati riscoperti sia per il loro valore storico sia per il loro ruolo principe nella sostenibilità.
Non si tratta solo di un omaggio al passato, ma di una scelta consapevole per affrontare le esigenze climatiche ed energetiche del presente. Da simbolo di ingegno millenario a emblema di sostenibilità, i tetti verdi continuano a ispirare, dimostrando che la natura è un’alleata preziosa dell’architettura.
Dai tetti erbosi alla moderna efficienza energetica
Già nel XX secolo, il celeberrimo Le Corbusier nericonobbe il potenziale, inserendo tetti-giardino nelle sue visionarie “unità di abitazione”. Non si trattava di semplici dettagli estetici, ma di un passo deciso verso edifici più efficienti e vivibili. Per Le Corbusier, lo strato di terreno dei tetti verdi offriva isolamento termico e acustico, anticipando la moderna idea di resilienza e sostenibilità. Ma oggi sappiamo che i benefici vanno ben oltre il comfort abitativo, impattando positivamente sull’intero ambiente urbano.
Il cuore dei tetti verdi: tecnologia al servizio della natura

I tetti verdi contemporanei sono autentiche opere di ingegneria ambientale. La loro struttura stratificata integra diversi elementi per ottenere un mix di vantaggi termici, idrici e ambientali.
Lo strato superficiale, composto da piante selezionate in base al tipo di tetto, si sviluppa su un substrato di terreno progettato per sostenere la vegetazione e migliorare l’isolamento.
Al di sotto, un sistema drenante gestisce il deflusso delle acque piovane, mentre una membrana impermeabile protegge l’edificio da infiltrazioni. Il risultato? Un tetto che non solo isola, ma diventa una soluzione attiva per il risparmio energetico e la sostenibilità.
Durante l’inverno, la combinazione di terra e piante riduce la dispersione di calore, diminuendo i consumi per il riscaldamento.
Nei mesi estivi, il processo di evapotraspirazione — il rilascio di vapore acqueo da parte delle piante e del terreno — contribuisce a raffreddare l’aria circostante, rendendo gli interni più freschi. La vegetazione gioca un altro ruolo cruciale: migliora l’albedo, ovvero la capacità di una superficie di riflettere la luce e il calore.
Rispetto ai tetti tradizionali, spesso scuri e altamente assorbenti, i tetti verdi riflettono una parte significativa della radiazione solare, mantenendo temperature superficiali più basse. Secondo studi dell’ENEA (“l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), un tetto verde può ridurre la trasmittanza termica — ovvero il passaggio di calore attraverso una superficie — di oltre il 47% rispetto a una copertura tradizionale.
Comfort urbano e risparmio energetico
Un tetto verde può risultare fino a 20-40°C più fresco rispetto a una copertura tradizionale, trasformandosi in un alleato prezioso per migliorare il comfort degli ambienti interni.
Tuttavia, i vantaggi non si fermano ai singoli edifici: la diffusione dei tetti verdi nelle aree urbane è in grado di abbassare la temperatura dell’aria circostante di 1-3°C, estendendo i benefici alle zone limitrofe per decine di metri.
Questo effetto è particolarmente significativo nei centri densamente popolati, dove il cosiddetto fenomeno dell’isola di calore amplifica il disagio estivo, rendendo il clima soffocante e poco sostenibile.
L’isola di calore urbano è generata dalle superfici scure e impermeabili – come cemento, asfalto e coperture tradizionali – che accumulano calore durante il giorno per rilasciarlo lentamente, soprattutto nelle ore notturne. La scarsa presenza di vegetazione e la riduzione delle superfici permeabili, tipiche degli ambienti cittadini, impediscono il naturale raffrescamento fornito dall’evapotraspirazione.
Il risultato è un circolo vizioso: città più calde, meno vivibili e caratterizzate da un elevato consumo di energia per il raffrescamento. I tetti verdi interrompono questa dinamica, offrendo una soluzione naturale ed efficace per riportare freschezza e vivibilità agli spazi urbani.
Tetti estensivi e tetti intensivi, le due principali categorie di tetti verdi
Le diverse tipologie di tetti verdi rispondono a esigenze specifiche, offrendo soluzioni versatili e innovative. I tetti estensivi, caratterizzati da substrati leggeri e piante robuste come il sedum, rappresentano un’opzione perfetta per edifici con limitazioni strutturali o budget contenuti, senza rinunciare ai benefici ambientali.
I tetti intensivi, invece, trasformano le coperture in veri e propri giardini pensili, arricchiti da arbusti e piccoli alberi. Questa vegetazione più rigogliosa non solo aggiunge valore estetico, ma garantisce anche una maggiore capacità di raffrescamento, grazie al volume vegetale più consistente che amplifica il potere di regolazione termica.
Gestione idrica: quando il tetto fa da serbatoio
Un altro punto di forza dei tetti verdi è la loro capacità di gestire le acque piovane. Trattenendo una parte significativa delle precipitazioni, riducono il deflusso di superficie, alleggerendo le infrastrutture fognarie e prevenendo allagamenti.
Questo aspetto è cruciale soprattutto in un’epoca in cui gli eventi meteorologici estremi, come le piogge torrenziali, sono sempre più frequenti. Le varianti più evolute, come i tetti blu-verdi, portano questa funzione a un livello superiore: integrano sistemi tecnologici per accumulare l’acqua piovana e riutilizzarla.
Con una capacità di trattenere fino al 90% delle precipitazioni durante gli eventi moderati, i tetti blu-verdi permettono di rilasciare l’acqua in modo controllato e graduale, prevenendo sovraccarichi e allagamenti. Inoltre, l’acqua immagazzinata può essere destinata a diversi usi come l’irrigazione o sistemi di raffrescamento evaporativo, migliorando ulteriormente la sostenibilità dell’edificio e della città.
Un’alternativa possibile: i tetti freddi, o riflettenti

I tetti riflettenti, noti anche come cool roofs, sono soluzioni innovative che sfidano il sole: progettati per riflettere la maggior parte della radiazione solare e dissipare il calore, si rivelano anch’essi un’arma vincente contro il caldo.
In climi torridi, riducono il consumo energetico per il raffrescamento e contribuiscono a mitigare l’effetto “isola di calore” che soffoca le città. Inoltre, richiedono normalmente un budget inferiore per l’installazione e poca manutenzione. Ma non è tutto oro quel che luccica.
In climi più freschi o temperati, i tetti freddi possono giocare a sfavore: riflettendo il calore anche in inverno, aumentano i costi di riscaldamento e non offrono l’isolamento naturale che solo un tetto verde può garantire. I tetti verdi, infatti, grazie alla vegetazione, mantengono gli ambienti più freschi d’estate e più caldi d’inverno, creando un microclima ideale tutto l’anno. La scelta dipende dunque dal clima e dalle necessità dell’edificio.
Tetti verdi e fotovoltaico: una sinergia che sorprende
L’integrazione fra tetti verdi e pannelli fotovoltaici offre un’interessante sinergia capace di valorizzare entrambi i sistemi in modo inatteso. I tetti verdi, grazie alla loro capacità di ridurre le temperature superficiali creano un microclima più fresco che migliora il rendimento dei pannelli fotovoltaici.
Questi ultimi, pur essendo progettati per catturare la luce solare, vedono spesso ridursi la propria efficienza a causa del surriscaldamento: un effetto paradossale legato alla loro stessa funzione. La presenza del tetto verde, non solo incrementa la produzione energetica rendendo i pannelli efficienti in maniera costante, ma contribuisce anche a preservarne i materiali, riducendone il degrado termico e prolungandone la durata.
Parallelamente, i pannelli fotovoltaici forniscono ombreggiamento alla vegetazione sottostante, favorendone la crescita e aumentando la resilienza del tetto verde.
Una soluzione versatile per le città del futuro
I tetti verdi offrono un’ampia gamma di servizi ecosistemici che arricchiscono la qualità della vita urbana, coniugando efficienza, sostenibilità e benessere.
Creano habitat sicuri per piante, insetti impollinatori come api e farfalle, e persino uccelli, favorendo il ripristino di ecosistemi frammentati e rafforzando la biodiversità in contesti urbani spesso privi di spazi verdi.
Allo stesso tempo, purificano l’aria, catturando anidride carbonica e polveri sottili, contribuendo così a un ambiente più sano e respirabile. La loro struttura, inoltre, funge da barriera naturale contro l’inquinamento acustico, riducendo significativamente il rumore nelle aree ad alta densità abitativa.
Con questa straordinaria capacità di integrare natura e tecnologia, i tetti verdi si affermano come strumenti fondamentali per trasformare le città in spazi più vivibili, dove la sostenibilità non è solo un obiettivo, ma una realtà tangibile.
Potenti alleati contro il caro bollette: i benefici economici
Immaginiamo un tetto che oltre a ripararci dalle intemperie, a raffrescare e purificare l’aria intorno a noi, ad essere un valore aggiunto di bellezza nella nostra città, ci aiuta anche a ridurre le bollette e a vivere meglio. I tetti verdi sono alleati perfetti contro il caro energia. Pensiamo a quanto sarebbe piacevole avere una casa fresca d’estate e accogliente d’inverno, senza che la bolletta ci faccia sobbalzare.
E i vantaggi economici non finiscono qui, perché i tetti verdi non solo riducono i costi, ma aggiungono valore immobiliare agli edifici, migliorandone l’efficienza energetica e, con un po’ di pazienza, restituiscono l’investimento iniziale profondendo ulteriori benefici economici negli anni a venire.
È un’unione perfetta tra comfort, sostenibilità e risparmio, capace di trasformare uno spazio abitativo in una risorsa strategica per affrontare le sfide quotidiane e costruire un futuro più solido. Ma vediamo i numeri.
In una tipica abitazione di 100 metri quadrati situata in un clima temperato, il risparmio energetico estivo può raggiungere il 30%, con una riduzione del carico termico fino al 26%, grazie alla combinazione di ombreggiamento naturale ed evapotraspirazione. Che si traduce in temperature estive interne più fresche di 2-3 gradi.
Anche in inverno i tetti verdi giocano un ruolo cruciale, poiché limitano la dispersione di calore, i costi di riscaldamento si riducono tra il 10% e il 25%, con risultati più marcati nei sistemi di tetti verdi intensivi, dotati di substrati spessi e vegetazione rigogliosa.
Una scelta versatile e sostenibile
I tetti verdi si adattano a un’ampia gamma di contesti e necessità. In edifici con isolamento termico carente, rappresentano una soluzione efficace per ridurre le dispersioni, mentre in costruzioni già efficienti offrono un valore aggiunto in termini di sostenibilità.
La loro versatilità li rende particolarmente utili sia in climi temperati che freddi, dove massimizzano il comfort interno. Oltre a vantaggi energetici, integrano eleganza architettonica e innovazione tecnologica, promuovendo un equilibrio armonioso tra efficienza e rispetto ambientale.
Risparmio e ritorno sull’investimento
In uno scenario ipotetico di un’abitazione che sorge in una fascia climatica temperata, come l’Italia, l’analisi comparativa tra un edificio con tetto verde e uno con copertura tradizionale evidenzia vantaggi significativi per il primo.
Con un tetto verde estensivo, il tetto verde “base” (con un substrato da 5-10 cm), il risparmio sul riscaldamento invernale può oscillare tra il 10% e il 25%, mentre il fabbisogno energetico estivo si riduce di circa 26%. Il ROI (Return on Investment) è altrettanto interessante: l’investimento iniziale può essere ammortizzato infatti in 10-15 anni, tenendo conto di variabili come il contesto climatico, la tipologia del tetto e gli incentivi fiscali.
Il tasto dolente sono i costi di installazione, che per un tetto verde si aggirano tra i 50 e 100 €/mq per i sistemi estensivi, e tra i 120 e 200 €/mq per i sistemi intensivi, con un investimento complessivo di 5.000-10.000 € o 12.000-20.000 € per una superficie di 100 mq.
Sebbene i tetti tradizionali abbiano costi iniziali decisamente inferiori (30-80 €/mq), la maggiore durata dei tetti verdi (40-50 anni, contro i 20-30 anni delle coperture tradizionali) e il risparmio energetico li rendono una scelta vantaggiosa nel lungo termine. Inoltre, i costi di manutenzione, pur variabili, rimangono contenuti per i sistemi estensivi, circa 1-5 €/mq/anno contro i 5-20 €/mq annui per i sistemi intensivi.
Valorizzazione economica degli immobili: un tetto verde che fa crescere il valore
I tetti verdi non si limitano a offrire risparmi energetici e benefici ambientali: sono anche un investimento strategico per aumentare il valore degli immobili.
Lo studio di Arluno parla chiaro: le coperture verdi possono far lievitare il valore di mercato degli edifici fino a 734 euro al metro quadrato, superando di gran lunga i costi di installazione, stimati nel caso di Arluno intorno a 157 euro/mq, e quelli di manutenzione, pari a circa 5 euro/mq all’anno.
Un così alto incremento di valore non è casuale. Gli edifici dotati di tetti verdi sono giustamente percepiti come moderni, sostenibili e innovativi: caratteristiche sempre più apprezzate sia dai singoli acquirenti che dagli investitori immobiliari.
L’edificio con tetto verde dimostra di essere più competitivo sul mercato rispetto a una struttura equivalente con una copertura tradizionale. Oltre a migliorare le prestazioni energetiche, il tetto verde ha portato a un aumento diretto del valore di mercato, rendendolo una scelta vincente anche dal punto di vista finanziario.
In un mercato immobiliare sempre più attento alla sostenibilità e all’efficienza, i tetti verdi offrono un vantaggio che va ben oltre il risparmio energetico: sono un vero e proprio asset che trasforma gli edifici in opportunità di valore, per oggi e per il futuro.
Esempi in contesti geografici e climatici diversi
I tetti verdi non conoscono confini geografici o climatici: che si tratti di un clima temperato, continentale o persino arido, questa tecnologia dimostra ovunque la sua efficacia economica e ambientale. Gli esempi internazionali lo confermano, mostrando come tali interventi possano adattarsi e portare benefici concreti anche nelle situazioni più diverse.
New York: efficienza urbana in una metropoli densamente popolata

Nel cuore di Manhattan, l’enorme edificio Morgan Processing and Distribution Center delle Poste ha trasformato un tetto di un ettaro in uno spazio verde, con risultati sorprendenti. L’intervento ha ridotto le infiltrazioni d’acqua del 75% in estate e del 40% in inverno, oltre a garantire un risparmio energetico annuale di 30.000 dollari, principalmente legato all’aria condizionata estiva.
Ma non è tutto: il tetto verde ha anche contribuito a migliorare la qualità dell’aria e a ridurre le emissioni di CO₂, dimostrando che anche in una città caotica e affollata come New York, queste soluzioni possono fare la differenza, migliorando sia l’efficienza energetica sia la sostenibilità complessiva.
Atene: temperature sotto controllo e consumi dimezzati
Nella calda capitale greca, l’edificio del Ministero dell’Economia e delle Finanze è un altro esempio virtuoso. Dal 2008, una porzione di tetto di 650 mq è stata trasformata in giardino pensile, riducendo i consumi di energia elettrica per il raffrescamento estivo di 3.600 € all’anno e quelli di combustibile per il riscaldamento invernale di 2.030 €, per un risparmio complessivo di 5.630 € all’anno.
L’impatto termico è impressionante: la temperatura estiva sotto il tetto verde è di 37°C, ben 18°C in meno rispetto ai locali coperti da una struttura tradizionale. L’ultimo piano dell’edificio, più esposto al calore esterno, ha registrato un dimezzamento dei consumi energetici. Questo progetto è nato con un chiaro obiettivo: incoraggiare sia edifici pubblici sia privati ad adottare soluzioni simili.
Salt Lake City: una scelta vincente anche nei climi aridi
Negli Stati Uniti, il tetto verde dello Skaggs Pharmacy Building dell’Università dello Utah ha dimostrato che questa tecnologia funziona anche nei climi più secchi. Comparando tre tipi di coperture (verde, riflettente e tradizionale) su un ciclo di 40 anni, il tetto verde si è rivelato il più conveniente nel lungo periodo.
Nonostante un costo iniziale maggiore, ha garantito risparmi energetici significativi e una maggiore protezione della membrana impermeabilizzante, prolungandone la durata. Il ritorno sull’investimento (ROI) è stato raggiunto in 27 anni, un tempo certamente più lungo rispetto al contesto temperato italiano (stimato in un range tra i 10 e i 15 anni), ma comunque vantaggioso.
In un clima arido, l’ombreggiatura naturale e il raffreddamento evapotraspirativo offerti dal tetto verde si sono rivelati fondamentali per ridurre i costi di raffrescamento.
Basilea: un modello europeo all’avanguardia
In Europa, Basilea si distingue come capitale dei tetti verdi, con una superficie verde di 5,71 m² per abitante, la più alta al mondo. Grazie a regolamenti edilizi lungimiranti introdotti dagli anni ’90 e rafforzati nel 2010, con l’obbligo di installare tetti verdi su tutte le coperture piane, la città ha rivoluzionato la gestione urbana.
I vantaggi includono una riduzione dei costi energetici degli edifici e una migliore gestione delle acque piovane. Gli incentivi locali hanno ulteriormente favorito l’adozione di questa tecnologia, abbattendo i costi iniziali per i proprietari e accelerando la diffusione su larga scala.
Basilea è oggi un esempio di come la pianificazione strategica e il sostegno pubblico possano fare la differenza nel promuovere soluzioni sostenibili.
Questi esempi, da New York ad Atene, da Salt Lake City a Basilea, dimostrano che i tetti verdi sono una soluzione versatile e vincente nei contesti climatici e geografici più disparati. Che si tratti di migliorare l’efficienza energetica, abbattere i costi o rendere le città più sicure e sostenibili, gli interventi continuano a dimostrare il loro potenziale trasformativo.
Incentivi e benefici complementari
Gli incentivi fiscali rendono i tetti verdi ancora più attraenti. L’Ecobonus consente una detrazione fino al 65% per interventi di efficientamento energetico, mentre il Bonus Verde offre un’ulteriore detrazione del 36% per la sistemazione a verde. A ciò si aggiungono benefici come l’isolamento acustico, la resistenza agli eventi atmosferici e la protezione della guaina impermeabilizzante, che può durare fino a tre volte di più rispetto a un tetto tradizionale.
Tuttavia, guardando agli esempi virtuosi di altre realtà internazionali, sarebbe auspicabile un ulteriore rafforzamento delle politiche di sostegno pubblico. Incrementare gli incentivi economici e promuovere normative più ambiziose, come l’obbligo di installare coperture verdi su edifici nuovi o ristrutturati, potrebbe ampliare significativamente l’adozione di questa tecnologia, con ricadute positive su sostenibilità ambientale, risparmio energetico e qualità della vita urbana.
Investire in politiche innovative e lungimiranti consentirebbe all’Italia di consolidare il proprio impegno verso un futuro più verde e resiliente.
Risparmi collettivi diretti
L’adozione dei tetti verdi offre una serie di benefici significativi anche per la collettività. Vediamo come queste strutture possano rappresentare un investimento vantaggioso per cittadini e amministrazioni.
Secondo uno studio condotto a Bologna, i tetti verdi estensivi possono trattenere in media fino al 54% delle precipitazioni durante i mesi invernali. Questo significa che oltre la metà dell’acqua piovana viene assorbita direttamente dalla struttura del tetto, riducendo significativamente il volume d’acqua che altrimenti sovraccaricherebbe la rete fognaria. In contesti urbani, la gestione delle acque meteoriche comporta costi stimati intorno ai 15 euro per metro quadrato.
Pertanto, l’adozione di tetti verdi estensivi può generare un risparmio medio di circa 8,10 euro per metro quadrato, diminuendo la quantità d’acqua che necessita di smaltimento attraverso le infrastrutture fognarie.
Anche se questi valori sono specifici per l’area geografica e il clima di Bologna, e per il tipo di tetto verde analizzato, forniscono un’indicazione generale dell’impatto economico positivo che i tetti verdi possono avere sulla gestione idrica urbana, suggerendo potenziali benefici anche in altre regioni con condizioni climatiche e infrastrutturali diverse.
Per non parlare del fatto che utilizzando tetti verdi di tecnologia più avanzata, come i tetti blu-verdi, il risultato sarebbe ancora più sorprendente.
Le amministrazioni pubbliche, risparmiando sui costi legati alla costruzione e alla manutenzione della rete fognaria, possono reindirizzare risorse verso altri servizi essenziali per la comunità. È un esempio concreto di come soluzioni naturali e sostenibili possano portare benefici tangibili e misurabili a tutta la società.
Oltre all’impatto economico diretto, va considerato naturalmente l’effetto sulla qualità della vita. Ridurre il carico della rete fognaria significa meno rischi di allagamenti urbani, una gestione più sicura delle emergenze meteorologiche e, in definitiva, una città più resiliente. Un tetto verde diventa così un simbolo di un futuro sostenibile, dove l’innovazione sposa l’efficienza economica per il bene comune.
Risparmio idrico e gestione delle acque piovane
Un aspetto economico cruciale dei tetti verdi è la loro capacità di trattenere l’acqua piovana, riducendo il deflusso superficiale fino all’80% (90% per i tetti blu-verdi). Questa funzione non solo riduce il rischio di allagamenti, ma permette anche di riutilizzare l’acqua accumulata per scopi come l’irrigazione o la pulizia degli spazi comuni.
Questo vantaggio diventa particolarmente rilevante in contesti urbani, dove le infrastrutture di drenaggio spesso non riescono a gestire precipitazioni intense. I tetti verdi alleviano il carico sui sistemi fognari, contribuendo a ridurre i costi associati alla gestione delle emergenze idriche.
Le città spugna, le città del futuro
Nel quartiere di Buiksloterham ad Amsterdam, il progetto RESILIO ha implementato tetti blu-verdi per affrontare le sempre più frequenti piogge torrenziali. Grazie a questi sistemi avanzati, i tetti sono stati in grado di trattenere fino al 90% delle precipitazioni, riducendo il rischio di allagamenti e alleggerendo il carico sulle fognature. L’acqua accumulata viene poi riutilizzata per scopi pratici, come l’irrigazione e la pulizia degli spazi urbani, dimostrando l’efficacia di questa tecnologia nella gestione sostenibile delle risorse idriche.
Secondo l’ENEA, i tetti verdi e le pareti verdi possono contribuire in modo significativo a ridurre l’effetto isola di calore urbano e migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Questo approccio è particolarmente utile nelle aree densamente urbanizzate, dove le superfici vegetate scarseggiano e l’energia termica tende a intrappolarsi nell’ambiente costruito.
Contrastare il clima estremo: il caso del calore urbano
Un altro effetto straordinario dei tetti verdi è la loro capacità di abbassare le temperature urbane. Nelle città densamente popolate, il fenomeno dell’isola di calore urbano fa salire le temperature anche di 5-7°C rispetto alle zone rurali circostanti, amplificando gli effetti delle ondate di calore. Progetti sperimentali, come quelli condotti nel quartiere Battery Park City a New York, hanno dimostrato che i tetti verdi possono ridurre le temperature superficiali dei tetti di oltre 30°C, con un impatto positivo non solo sul comfort degli edifici, ma anche sul raffreddamento generale dell’aria circostante.
Questa riduzione delle temperature urbane può contribuire a mitigare l’intensità dei fenomeni atmosferici violenti, che spesso si alimentano dell’energia termica accumulata. Stoccolma, ad esempio, ha introdotto tetti verdi sugli edifici pubblici e privati per contrastare le ondate di calore e migliorare la resilienza della città alle variazioni climatiche estreme. I benefici di questa strategia sono visibili anche nella riduzione dei danni provocati dai temporali, sempre più frequenti e intensi.
Un antidoto al cambiamento climatico e un rifugio per la natura
Oltre a gestire l’acqua e ridurre le temperature, i tetti verdi offrono una soluzione straordinaria per mitigare gli impatti a lungo termine del cambiamento climatico. La città di Toronto, ad esempio, ha introdotto l’obbligo di installare tetti verdi su tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione, con risultati tangibili in termini di riduzione del consumo energetico e miglioramento della qualità della vita urbana.
Durante una delle estati più calde mai registrate, molti edifici dotati di tetti verdi hanno ridotto sensibilmente il ricorso ai sistemi di condizionamento, contribuendo così al risparmio energetico.
Anche secondo studi riportati da esperti in sostenibilità, i tetti verdi offrono numerosi vantaggi ambientali. Oltre a migliorare l’estetica urbana, aiutano a purificare l’aria e favoriscono la biodiversità, creando microhabitat per insetti impollinatori come api e farfalle.
È il caso di Basilea, dove i tetti verdi sono stati progettati con specie vegetali mirate a sostenere la fauna urbana e a contrastare la perdita di biodiversità, una priorità crescente nelle città moderne.
I tetti verdi e blu-verdi rappresentano una pietra angolare nella transizione verso città più resilienti e sostenibili. La loro integrazione nell’urbanistica moderna non solo contribuisce a mitigare gli effetti del cambiamento climatico ma arricchisce la qualità della vita, trasformando gli spazi urbani in luoghi più verdi, accoglienti e umani, garantendo al contempo cospicui risparmi e un investimento più duraturo.
In un’epoca in cui gli eventi climatici estremi sono destinati a diventare sempre più frequenti, soluzioni come i tetti verdi si impongono come strumenti strategici per progettare quartieri capaci di resistere alle sfide ambientali e prosperare in armonia con la natura.
Con un sapiente mix di politiche lungimiranti, innovazione tecnologica e sensibilizzazione collettiva, possiamo immaginare un futuro dove le tempeste perdono la loro forza distruttiva, l’aria diventa più pura e le città si trasformano in rifugi freschi e accoglienti.
È tempo di reinventare il paesaggio urbano, spezzando il dominio dell’asfalto e del cemento per fare spazio a veri ecosistemi pulsanti, in cui natura e progresso trovano un nuovo e armonioso equilibrio.
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