- giovedì 18 Dicembre 2025
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Plastica e inquinamento: perché i divieti non funzionano e la produzione continua a crescere

La produzione di plastica continua a crescere nonostante normative, divieti e negoziati globali: ecco cosa non sta funzionando e perché l’inquinamento aumenta.

Perché i divieti non fermano l’inquinamento da plastica

Vietare un prodotto inquinante dovrebbe ridurre l’inquinamento. È una logica semplice, intuitiva, rassicurante. Eppure, dopo anni di divieti, campagne globali e normative sempre più articolate, la plastica nell’ambiente continua ad aumentare. Non rallenta. Non si stabilizza. Cresce.

Questo è il paradosso da cui partire. Le misure pensate per ridurre l’impatto della plastica non stanno cambiando né la traiettoria della produzione né quella dei rifiuti. Se i divieti si moltiplicano ma il problema resta, allora la domanda non è se funzionino bene o male. È un’altra: stanno davvero agendo sul punto giusto del sistema?

Perché la produzione cresce anche quando i consumi diminuiscono

La maggior parte delle politiche contro la plastica parte da un presupposto implicito: che la produzione risponda alla domanda dei consumatori. Oggi questo presupposto non regge più. Nel mercato globale della plastica accade l’opposto: è l’offerta a governare il sistema.

Secondo UNEP e OCSE, la produzione mondiale si avvicina ai 450 milioni di tonnellate all’anno e continua a crescere per inerzia industriale, non perché i cittadini chiedano più plastica. La filiera petrolchimica utilizza la plastica come sbocco commerciale in una fase in cui la transizione energetica riduce la domanda di combustibili fossili. La plastica assorbe il petrolio che altrimenti resterebbe inutilizzato.

In questo contesto, i divieti su singoli prodotti smettono di incidere. Non parlano al livello in cui vengono prese le decisioni strategiche. Intervengono a valle, mentre il sistema continua a spingere a monte.

Perché il riciclo non compensa l’aumento della plastica

Il riciclo viene spesso presentato come la soluzione in grado di assorbire l’impatto della plastica. Ma i numeri raccontano un’altra storia. Solo una quota intorno al 9% della plastica prodotta viene effettivamente riciclata. Tutto il resto segue altre traiettorie: discariche, inceneritori, dispersione ambientale.

Ogni anno circa undici milioni di tonnellate di plastica raggiungono mari e oceani, dopo essere sfuggite ai sistemi di raccolta e gestione. La complessità dei polimeri, la presenza di additivi chimici e il degrado del materiale rendono il riciclo incapace di diventare una risposta sistemica. Non è un limite tecnologico temporaneo. È un limite strutturale.

Continuare ad aumentare la produzione di plastica vergine significa aumentare automaticamente anche ciò che il riciclo non riuscirà mai a intercettare.

Perché i negoziati globali non riescono a imporre limiti reali

Nel 2025, a Ginevra, 185 Paesi hanno provato a colmare il vuoto lasciato dai divieti nazionali, discutendo un trattato globale contro l’inquinamento da plastica. L’obiettivo era intervenire sull’intero ciclo di vita del materiale, includendo limiti alla produzione di plastica vergine.

Il negoziato si è arenato proprio su questo punto. Stati Uniti, Arabia Saudita e altri Paesi con economie fortemente legate a petrolio e petrolchimica hanno rifiutato qualsiasi riferimento a riduzioni vincolanti della produzione, spingendo per un approccio centrato esclusivamente sulla gestione dei rifiuti.

Qui sta il nodo. Non è una disputa tecnica. È una scelta politica. Finché i trattati internazionali evitano la riduzione a monte, nessun accordo potrà invertire la curva dell’inquinamento.

Perché le norme nazionali non riescono a incidere sulla dinamica globale

Anche quando le norme esistono, il loro impatto resta limitato. Ciò che è vietato in un Paese può essere prodotto altrove e reimmesso sul mercato attraverso canali più permissivi. I dati del World Resources Institute mostrano che, su 127 Paesi che regolano i sacchetti monouso, solo 55 controllano davvero produzione, importazioni e distribuzione.

Il risultato è una geografia frammentata: divieti locali e disponibilità globale invariata. Le imprese si adattano, spostano i flussi, aggirano le restrizioni. L’effetto finale è una contraddizione sempre più evidente: più norme, ma risultati sempre più deboli sul piano sistemico.

Perché l’Italia avanza ma resta dentro lo stesso limite

L’Italia ha recepito la direttiva SUP, rafforzato i Criteri Ambientali Minimi e promosso pratiche di economia circolare più avanzate rispetto alla media europea. Esistono comuni virtuosi, progetti regionali e strumenti di acquisto pubblico più selettivi.

Eppure anche qui il limite è lo stesso. Finché la produzione globale resta elevata, ogni miglioramento nella gestione dei rifiuti rischia di essere compensato dall’aumento dei volumi immessi sul mercato. Le contestazioni della Commissione Europea su alcune deroghe mostrano quanto sia difficile mantenere coerenza anche nei sistemi normativi più strutturati.

Perché senza riduzione della plastica vergine la curva non scende

Le proiezioni di Pew sono chiare: senza limiti alla plastica vergine, la produzione globale è destinata ad aumentare di oltre il cinquanta per cento entro il 2040. Il riciclo non potrà tenere il passo. Le alternative non scaleranno abbastanza velocemente. Le emissioni associate alla plastica continueranno a crescere.

Il problema non è l’assenza di soluzioni. È la loro subordinazione a un sistema che rende la plastica vergine economicamente più conveniente di qualunque alternativa.

Il punto finale: perché ciò che facciamo oggi non basta

I divieti non sono inutili. Ma da soli non bastano. Agiscono sui sintomi, non sulla causa. Non regolano la produzione, non modificano la convenienza economica, non intervengono sulla struttura che continua a immettere nuova plastica in un sistema già saturo.

Il passaggio decisivo è questo: l’inquinamento da plastica non si riduce sommando divieti, ma riducendo la produzione di plastica vergine a livello globale. Senza questo salto, ogni misura resterà un freno leggero applicato a un sistema che continua a correre nella direzione opposta.

Bibliografia essenziale

Eywa — Microplastiche e salute: cosa sappiamo davvero e le nuove restrizioni UE
https://eywadivulgazione.it/microplastiche-salute-nanoplastiche-restrizioni-ue/
Approfondimento su rischi sanitari, presenza di micro e nanoplastiche nel corpo umano e quadro regolatorio europeo.

Eywa — La plastica diventa benzina? Come funziona la pirolisi dei rifiuti plastici
https://eywadivulgazione.it/la-plastica-diventa-benzina-la-pirolisi-dei-rifiuti-plastici/
Analisi tecnica delle tecnologie di pirolisi, dei limiti ambientali e delle narrazioni fuorvianti sul riciclo chimico.

Eywa — Fiumi di plastica: quando l’acqua diventa discarica
https://eywadivulgazione.it/fiumi-di-plastica-quando-lacqua-diventa-discarica/
Reportage sulle principali rotte di dispersione della plastica dai fiumi agli oceani, con dati e casi studio.

Eywa — Microplastiche: il nemico invisibile che invade il pianeta (e come fermarlo)
https://eywadivulgazione.it/microplastiche-il-nemico-invisibile-che-invade-il-pianeta-e-come-fermarlo/
Panoramica sulle fonti di microplastiche, sugli impatti ambientali e sulle soluzioni realmente efficaci.

UNEP — An Opportunity to End Plastic Pollution
https://www.unep.org/resources/report/opportunity-end-plastic-pollution
Analisi globale su produzione, dispersione, scenari di riduzione e fallimenti dei meccanismi attuali.

OECD — Plastic pollution is growing relentlessly
https://www.oecd.org/en/about/news/press-releases/2022/02/plastic-pollution-is-growing-relentlessly-as-waste-management-and-recycling-fall-short.html
Dati ufficiali su riciclo, gestione rifiuti e limiti strutturali delle politiche attuali.

The Pew Charitable Trusts — Breaking the Plastic Wave (2025)
https://www.pew.org/en/research-and-analysis/reports/2025/12/breaking-the-plastic-wave-2025
Proiezioni sulla crescita della plastica vergine, analisi dei modelli economici e percorsi possibili di riduzione.

World Resources Institute — 127 Countries Now Regulate Plastic Bags
https://www.wri.org/insights/127-countries-now-regulate-plastic-bags-why-arent-we-seeing-less-pollution
Studio fondamentale su efficacia dei divieti nazionali, scappatoie normative e impatto reale sulle emissioni di plastica.

Energy Tracker Asia — Why Global Plastics Treaty Talks Failed
https://energytracker.asia/why-global-plastics-treaty-talks-failed/
Approfondimento sulle dinamiche geopolitiche che hanno bloccato il trattato globale sulla plastica.

National Geographic — Tutto quello che c’è da sapere sull’inquinamento da plastica
https://www.nationalgeographic.it/ambiente/2020/01/tutto-quello-che-ce-da-sapere-sullinquinamento-da-plastica
Sintesi divulgativa autorevole sugli impatti ecologici, le specie colpite e la dinamica delle microplastiche.

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