Nel cuore della Patagonia argentina, il ghiacciaio Perito Moreno ha sempre rappresentato un simbolo di resilienza e maestosità naturale. Fino a pochi anni fa, era considerato una sorta di miracolo glaciale: mentre la maggior parte dei ghiacciai del pianeta si ritirava a causa del riscaldamento globale, il Perito Moreno sembrava resistere, mantenendo una posizione stabile per oltre ottant’anni. Oggi, però, questa certezza si sta sgretolando insieme alle sue pareti di ghiaccio. Il Perito Moreno è entrato in una fase di declino che gli scienziati definiscono “irreversibile”.
Ma come vedremo il problema non è solo il cambiamento climatico.
Negli ultimi anni, il ghiacciaio ha perso una porzione significativa lungo i suoi margini, un dato che lascia sgomenti sia i ricercatori sia i visitatori che ogni anno affollano le passerelle del Parco Nazionale Los Glaciares. Il ritmo di perdita di massa si è accelerato in modo allarmante, raggiungendo livelli mai visti prima. Le spettacolari rotture di enormi blocchi di ghiaccio, che si staccano con fragori impressionanti e precipitano nelle acque turchesi del lago Argentino, sono sempre più frequenti e di dimensioni inedite, tanto da bloccare temporaneamente anche i moli da cui partono le imbarcazioni turistiche.
Il principale responsabile di questa trasformazione è il cambiamento climatico. Gli scienziati sottolineano come l’aumento delle temperature sia stato decisivo: l’area intorno al ghiacciaio ha visto un incremento costante, accompagnato da una diminuzione delle precipitazioni. Questo significa meno neve e meno ghiaccio che si accumulano, mentre la fusione accelera. Secondo Pedro Skvarca, uno dei massimi esperti di glaciologia in Argentina, il clima più caldo porta a una maggiore presenza di acqua alla base del ghiacciaio, accelerandone il movimento e la perdita di spessore.
Per decenni il Perito Moreno è stato studiato come un’eccezione, quasi immune agli effetti del riscaldamento globale che invece devastavano i ghiacciai vicini. La sua relativa stabilità era attribuita a fattori geomorfologici particolari e alla topografia del letto roccioso su cui poggia, che ne rallentavano la ritirata anche durante periodi di riscaldamento. Tuttavia, nuove rilevazioni effettuate con radar a penetrazione e immagini satellitari hanno mostrato che questa stabilità era solo temporanea. Negli ultimi anni, la diminuzione dell’elevazione superficiale nelle aree più basse del ghiacciaio è aumentata in modo esponenziale, con un’accelerazione senza precedenti anche nella velocità del ghiaccio e un arretramento frontale di centinaia di metri soprattutto nei margini settentrionali ed orientali.
Il destino del Perito Moreno è emblematico di una crisi globale. I ghiacciai di tutto il mondo stanno scomparendo a una velocità mai registrata prima: la perdita di ghiaccio globale è stata impressionante, contribuendo a un innalzamento del livello del mare che ha già effetti tangibili sulle popolazioni costiere e sull’equilibrio degli ecosistemi.
La situazione in Patagonia è aggravata da fenomeni atmosferici su larga scala. Il riscaldamento globale ha provocato uno spostamento verso sud dei sistemi di alta pressione subtropicale, portando più aria calda nella regione e amplificando la perdita di massa glaciale. Inoltre, il progressivo scioglimento dello strato superficiale di neve compatta – il firn – espone il ghiaccio sottostante, più scuro e quindi più incline ad assorbire energia solare, accelerando ulteriormente la fusione.
La mano dell’Uomo crea danni più gravi del clima
Ma il cambiamento climatico non è l’unico fattore di rischio. La costruzione di mega-dighe sul fiume Santa Cruz, che collega il lago Argentino all’oceano Atlantico, minaccia di alterare in modo irreversibile il delicato equilibrio idrologico che sostiene il ghiacciaio. Questi progetti, spesso avviati senza adeguate valutazioni d’impatto ambientale, potrebbero compromettere non solo il Perito Moreno, ma anche la fauna e le comunità locali che dipendono dal turismo e dalla pesca. Gli ambientalisti avvertono che la trasformazione del fiume in una serie di bacini artificiali potrebbe impedire la migrazione dei pesci e distruggere habitat cruciali per specie in via d’estinzione come il grebe dal cappuccio.
L’impatto sociale ed economico di questa crisi è profondo. Il Perito Moreno attira ogni anno centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo, generando un indotto fondamentale per l’economia della regione. La sua fama di “gigante stabile” era diventata un richiamo unico, ma ora il futuro di questa attrazione appare incerto. Le guide locali e gli operatori turistici sono sempre più preoccupati: le rotture spettacolari che un tempo erano attese come eventi rari e affascinanti, oggi sono segnali di un equilibrio che si sta spezzando.
Gli scienziati, intanto, continuano a monitorare il ghiacciaio con tecnologie sempre più sofisticate. Le misurazioni di spessore del ghiaccio, le analisi della velocità di scorrimento e i modelli numerici mostrano che, una volta che il Perito Moreno si sarà “sganciato” da una cresta rocciosa su cui poggia, potrebbe avviarsi un arretramento di diversi chilometri, guidato dalla galleggiabilità e dalla perdita di ancoraggio al fondale. Questo scenario, già osservato in altri ghiacciai lacustri della Patagonia, rappresenta una minaccia concreta per la sopravvivenza stessa del Perito Moreno come lo conosciamo oggi.
La comunità scientifica internazionale guarda con crescente preoccupazione a quanto sta accadendo in Patagonia. Secondo l’UNESCO, gli ultimi anni hanno segnato il più alto tasso di perdita di massa glaciale mai registrato a livello globale. Le proiezioni per il futuro sono tutt’altro che rassicuranti.
Il caso del Perito Moreno dimostra che nessun ghiacciaio è davvero immune ai cambiamenti climatici e alle modifiche fatte dall’uomo sulla natura. Quello che per decenni è stato un baluardo di stabilità si sta ora trasformando in un simbolo della fragilità degli equilibri naturali di fronte all’impatto umano. La sua storia recente è un monito potente.
Mentre la scienza continua a documentare e a studiare questa trasformazione, cresce la consapevolezza che la tutela dei ghiacciai non è solo una questione ambientale, ma riguarda il futuro delle comunità, dell’economia e della biodiversità globale.