- lunedì 01 Dicembre 2025
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Plogging: fare Jogging e salvare l’ambiente

Sui meravigliosi sentieri delle Cinque Terre in Liguria capita spesso di storcere il naso: la meraviglia di quei luoghi stride all’improvviso con piccoli rifiuti lasciati dai visitatori maleducati: bottigliette, carte, mozziconi. È una situazione comune in molte zone turistiche, ma qui, in un’area protetta con un equilibrio ambientale delicato, il problema è particolarmente evidente.

In questo contesto il plogging ha trovato un terreno ideale: una pratica semplice, accessibile e immediata, che combina movimento e cura del territorio. Nessuna filosofia astratta, ma un gesto pratico che permette di contribuire alla pulizia dei sentieri mentre si cammina.

L’idea è intuitiva: si cammina o si corre e, durante il percorso, si raccolgono i rifiuti. È un’attività che si integra facilmente con il trekking e che, in un luogo molto frequentato, può fare una differenza concreta.

Cos’è il plogging: l’attività che unisce allenamento e pulizia dell’ambiente

Il plogging nasce in Svezia nel 2016 grazie all’idea di Erik Ahlström, un runner che si era stancato di vedere rifiuti lungo i percorsi urbani. Dalla fusione tra “plocka upp” (raccogliere) e “jogging” nasce un metodo diretto e applicabile da chiunque: quando ci si imbatte in un rifiuto durante una sessione di corsa, ci si ferma e lo si raccoglie. Bastano guanti, un sacchetto e scarpe comode. Non serve esperienza sportiva né attrezzatura avanzata.

La pratica si è diffusa rapidamente: oggi è presente in oltre 100 Paesi e coinvolge migliaia di persone ogni giorno. È un’attività semplice, che permette di tenersi in movimento e allo stesso tempo di contribuire alla manutenzione di spazi naturali e urbani.

Ogni rifiuto raccolto rappresenta un potenziale danno evitato. Plastica abbandonata, mozziconi o involucri possono finire nei ruscelli, nelle fognature o direttamente in mare, frammentandosi in microplastiche o entrando in contatto con animali selvatici. Il plogging interviene proprio dove il sistema di raccolta dei rifiuti non riesce ad arrivare.

Dal punto di vista fisico, l’attività aggiunge al camminare una serie di piegamenti e movimenti che aumentano il dispendio energetico. Si parla in media di circa 288 calorie bruciate in un’ora, ma è l’aspetto ambientale quello davvero rilevante. Ogni percorso pulito riduce il rischio di inquinamento e limita l’accumulo di materiali che impiegano decenni o secoli a degradarsi. È un’azione quotidiana, ripetibile e a basso impatto, che può essere svolta da chiunque.

Plogging alle Cinque Terre: da trend svedese a pratica utile per la gestione territoriale

Alle Cinque Terre il plogging è diventato parte delle politiche di gestione dell’area protetta. Con milioni di visitatori ogni anno, i sentieri più frequentati accumulano inevitabilmente una quantità enorme di rifiuti. Il Parco Nazionale ha così pensato di integrare questa attività nel suo programma “Walking Park”, trasformando il plogging in uno strumento funzionale alla tutela del territorio.

Le uscite sono guidate da esperti ambientali, includono la raccolta dei rifiuti e si svolgono nei tratti più esposti ai danni del turismo, come il Sentiero Azzurro o la Via dell’Amore. Sono attività mensili, gratuite per chi possiede la Cinque Terre Card, e svolte in collaborazione con Acam Ambiente che fornisce materiale e supporto logistico. 

Le guide ambientali, oltre a condurre i partecipanti attraverso il percorso, spiegano l’origine dei rifiuti trovati, l’impatto che hanno sulla flora e sulla fauna e perché è importante evitarne la dispersione. In questo modo, l’attività diventa anche un’occasione di sensibilizzazione, utile sia per chi vive la zona sia per chi la visita per la prima volta.

Come funziona una sessione di plogging alle Cinque Terre

Le uscite iniziano generalmente alle 9 davanti all’Info Point del Parco, per esempio quello di Vernazza. I partecipanti – gruppi di 10-15 persone – ricevono guanti, sacchetti per la raccolta differenziata e istruzioni di sicurezza. Il percorso, di una o due ore, attraversa sentieri molto frequentati o aree dove i rifiuti tendono ad accumularsi.

Durante la camminata, la guida indica i punti critici e spiega il motivo per cui determinati rifiuti finiscono proprio lì. Il ritmo è regolare e adattato a tutti. Al termine, i materiali raccolti vengono smistati e conferiti nei punti di raccolta predisposti. Le escursioni vengono annullate in caso di pioggia per ragioni di sicurezza, e la prenotazione avviene via email. Con la Cinque Terre Card, la partecipazione è inclusa.

Il plogging alle Cinque Terre non risolve certo il problema globale dei rifiuti, ma contribuisce in modo concreto alla manutenzione di uno dei territori più visitati d’Italia. È un gesto semplice, immediato, che richiede pochi minuti ma produce un risultato molto importante.

Chi partecipa fa la sua parte in modo pratico, migliorando un tratto di sentiero e lasciandolo in condizioni migliori rispetto a come l’ha trovato.

Bibliografia

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