- lunedì 01 Dicembre 2025
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Perché nelle città tagliano gli alberi (e come possiamo evitarlo davvero)

Gli alberi non sono arredo urbano, ma infrastrutture vitali. Difenderli è difendere noi stessi.

 

Quarantanove alberi. In via del Serafico, a Roma, nella prima settimana di novembre 2025, quarantanove ciliegi da fiore sono stati abbattuti. Quando la notizia è circolata, molti residenti hanno sentito un nodo allo stomaco. Non è solo lo spreco, non è solo il controsenso di abbattere alberi in una città che annega nell’afa e nel traffico. È la sensazione di assistere a qualcosa di irreversibile, un pezzo di futuro che viene segato via senza che nessuno abbia davvero il tempo di capire cosa sta accadendo.

Succede ovunque: a Cosenza, a Treviso, a Genova, a Reggio Emilia, a Milano. Le pagine social si riempiono di immagini di marciapiedi vuoti dove fino a ieri sorgevano chiome rigogliose, di tronchi recisi e lasciati a terra come rottami. I cittadini si mobilitano, nascono comitati spontanei con nomi disperati e poetici come “Comitato Alberi Verdi” o “Comitato degli Alberi Urlanti”. Eppure, le motoseghe continuano a rombare.

Perché?

Sicurezza, dicono. Ma non è tutta la verità

La risposta delle amministrazioni è quasi sempre la stessa: ragioni di sicurezza. Alberi che rischiano di cadere, che potrebbero danneggiare persone o cose, che occupano spazio, che sporcano. A volte è vero: eventi meteorologici estremi hanno reso alcuni esemplari instabili, malattie come la cocciniglia tartaruga devastano intere pinete. Ma troppo spesso dietro questa narrazione c’è altro. C’è un’assenza clamorosa di pianificazione, una gestione improvvisata, la mancanza di personale qualificato capace di valutare davvero lo stato di salute di un albero.

A Roma, tra novembre 2021 e febbraio 2025, sono stati autorizzati abbattimenti per oltre tredicimila alberi, secondo i dati comunicati dall’assessorato all’ambiente. Le nuove piantumazioni nello stesso periodo? Quasi trentamila, un numero che però include anche arbusti e piante di piccole dimensioni, non sempre paragonabili agli alberi adulti abbattuti. Uno scarto qualitativo che parla da solo, perché sostituire un albero di decenni con una giovane pianta non equivale a mantenere lo stesso livello di servizi ecosistemici come ombreggiamento, assorbimento di CO₂ e mitigazione del calore. Roma dispone oggi di circa diciassette metri quadrati di verde per abitante, sopra il minimo raccomandato dall’OMS (9 m²) ma sotto la soglia ottimale di 20 m² indicata da ISPRA per garantire benessere e qualità dell’aria. La logica dell’abbattimento senza un’adeguata compensazione qualitativa non è solo miope: è autolesionista.

Nel frattempo, le pinete storiche della capitale agonizzano. La cocciniglia tartaruga, parassita alieno apparso a Roma nel 2018, si è diffusa in modo esponenziale a causa della mancanza di trattamenti fitoterapici tempestivi e capillari. Migliaia di pini domestici sono già stati compromessi, e molti sono stati abbattuti. Alberi che avrebbero potuto essere salvati con interventi adeguati sono invece diventati scheletri condannati alla sega. La prevenzione costa, l’emergenza giustifica. E così il ciclo si ripete.

Non è questione di alberi, è questione di città

C’è una domanda che dovremmo farci più spesso: chi decide quali alberi vivono e quali muoiono? Piani comunali redatti da figure prive di competenze specifiche, incarichi affidati senza trasparenza, interventi spesso sommari e giustificati con perizie ambigue. Troppo frequentemente si assiste a capitozzature brutali: quella pratica barbara che consiste nel tagliare il tronco lasciando solo un moncone, condannando l’albero a una vita stentata o alla morte lenta. In molte città italiane, comitati di cittadini si sono dovuti sostituire alle istituzioni per denunciare queste pratiche e chiedere maggiore attenzione alla gestione del verde urbano.

Ma la questione non è solo italiana. Studi internazionali pubblicati su riviste come The Lancet dimostrano che aumentare significativamente la copertura arborea nelle città europee (portandola intorno al trenta per cento) potrebbe ridurre di circa un terzo le morti attribuibili all’effetto “isola di calore urbana”, quel fenomeno per cui le aree urbane risultano molto più calde rispetto alle zone circostanti. Non sono numeri astratti: sono vite. Gli alberi filtrano l’aria, catturano il particolato fine, raffreddano l’ambiente, mitigano il rumore, offrono rifugio alla biodiversità. Tagliare alberi nelle città equivale a smontare infrastrutture vitali senza sostituirle.

Eppure si continua. E non si tratta solo di incuria o ignoranza. C’è anche un problema culturale: l’albero viene visto come ostacolo, ingombro, un elemento che “sporca” con le foglie o danneggia i marciapiedi. Come se le radici fossero il problema e non la cattiva pianificazione urbana che non ha previsto spazio sufficiente per ospitare esseri viventi che crescono, si espandono, respirano.

Le buone pratiche esistono (e funzionano)

Non tutto però è perso. Esistono città, progetti, esperienze che dimostrano come sia possibile gestire il verde urbano in modo intelligente, partecipato, lungimirante. Milano, ad esempio, con il progetto Forestami si è impegnata a piantare tre milioni di alberi entro il 2030, coinvolgendo enti pubblici, privati e cittadini in un piano di forestazione urbana che guarda davvero al futuro. L’obiettivo non è solo numerico: è costruire corridoi ecologici, migliorare la qualità dell’aria, rafforzare la resilienza della città ai cambiamenti climatici.

Allo stesso modo, il progetto RiforestAzione, promosso dal Ministero dell’Ambiente attraverso il PNRR, prevede la piantumazione di quattro milioni e mezzo di alberi e arbusti in tredici città metropolitane italiane, con un investimento di oltre duecentodieci milioni di euro. Non si tratta solo di piantare, ma di creare ecosistemi resilienti, monitorare l’evoluzione del verde, coinvolgere le scuole e i cittadini in percorsi di sensibilizzazione.

Poi ci sono le piattaforme di citizen science, quegli strumenti che permettono a chiunque di contribuire alla conoscenza e alla tutela del patrimonio arboreo. Con app come iNaturalist puoi fotografare un albero, identificarlo, segnalare problemi. TreeZilla raccoglie dati georeferenziati sugli alberi urbani, consentendo a istituzioni e cittadini di avere una mappa condivisa del verde pubblico. Regioni come la Toscana hanno aperto database open data sugli alberi urbani, rendendo accessibili informazioni su specie, posizione, stato di salute.

Questi strumenti non sono gadget per appassionati: sono infrastrutture democratiche che ridistribuiscono potere e conoscenza. Se ogni cittadino può sapere quali alberi ci sono nel proprio quartiere, segnalarne lo stato, partecipare alle decisioni, allora la gestione del verde smette di essere una questione tecnica chiusa negli uffici comunali e diventa materia viva, condivisa, politica nel senso più nobile del termine.

Come fare il Green

Ecco cosa puoi fare concretamente, oggi, per contribuire a proteggere e far crescere il verde urbano della tua città.

Segnala. Se vedi un albero in difficoltà, un abbattimento sospetto, una potatura selvaggia, documentalo e segnalalo alle autorità competenti. Usa le piattaforme di citizen science per registrare l’informazione e renderla pubblica. La trasparenza è il primo strumento di controllo democratico.

Partecipa. Cerca se nella tua città esistono comitati per la difesa del verde, gruppi locali di ambientalisti, progetti di forestazione urbana. Unisciti a loro. Le associazioni che si battono per il verde hanno bisogno di numeri, visibilità, voci.

Pianta. Molte città e organizzazioni promuovono iniziative di piantumazione collettiva. Forestami, RiforestAzione e altri progetti permettono a cittadini e aziende di adottare alberi o di partecipare attivamente alla riforestazione urbana. Informati e aderisci.

Sostieni. Economicamente, se puoi, ma anche con la tua presenza. Partecipa alle assemblee pubbliche quando si discute del piano del verde, firma petizioni, scrivi ai tuoi rappresentanti politici locali per chiedere trasparenza e competenza nella gestione arborea.

Informati. Leggi i regolamenti comunali sul verde, cerca di capire quali sono le norme che regolano gli abbattimenti nella tua zona, familiarizza con i progetti in corso. La conoscenza è potere. E la politica del verde urbano si fa anche sui marciapiedi, guardando in alto, verso le chiome che ci proteggono.

Non c’è più tempo per assistere passivamente allo smantellamento del nostro patrimonio verde. Gli alberi non sono arredamento urbano: sono infrastrutture vitali, alleati nella lotta contro il cambiamento climatico, custodi di biodiversità, guardiani della nostra salute. Ogni albero abbattuto senza necessità è un pezzo di futuro che non potremo riavere indietro.

Ma ogni albero che riusciamo a salvare, ogni nuovo albero che piantiamo insieme, è un respiro in più per tutti noi.

 

Bibliografia essenziale

RomaToday – In via del Serafico abbattuti 49 alberi, il municipio: “Erano secchi, ne arriveranno molti di più”
https://www.romatoday.it/politica/abbattimenti-alberi-via-del-serafico-perche.html
[Dato verificato sui 49 ciliegi da fiore abbattuti nella prima settimana di novembre 2025 in via del Serafico, Roma]

RomaToday – Alberi: i dati del comune su tagli, potature e piantumazioni. “Abbiamo solo due agronomi”
https://www.romatoday.it/politica/alberi-dati-comune-gestione-patrimonio-arboreo-2021-2025.html
[Dati ufficiali dell’assessorato all’ambiente di Roma: 13.261 alberi abbattuti tra novembre 2021 e febbraio 2025, circa 30.000 nuove piantumazioni nello stesso periodo, carenza di personale qualificato]

Il Giornale dell’Ambiente – Taglio di alberi: minaccia per l’uomo e per l’ambiente
https://ilgiornaledellambiente.it/taglio-alberi-italia/  [Panoramica nazionale sul fenomeno degli abbattimenti indiscriminati nelle città italiane, con riferimenti ai comitati cittadini e alle infiltrazioni malavitose nel business delle biomasse]

Canale Dieci – Alberi abbattuti e non ripiantati, pinete malate: il patrimonio verde di Roma sta scomparendo https://canaledieci.it/2025/07/12/alberi-abbattuti-e-non-ripiantati-pinete-malate-il-patrimonio-verde-di-roma-sta-scomparendo/
[Emergenza cocciniglia tartaruga a Roma, impatto sulle pinete storiche e raccomandazioni per una gestione preventiva del patrimonio arboreo]

The Lancet – Cooling cities through urban green infrastructure: a health impact study
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(22)02585-5/abstract
[Studio su 93 città europee che dimostra come aumentare la copertura arborea al 30% potrebbe ridurre di circa un terzo le morti legate all’effetto isola di calore urbana]

Archiformazione – Progettare il verde urbano: teoria, strumenti e visioni per la città ecosistemica
https://archiformazione.it/focus/progettare-il-verde-urbano-teoria-strumenti-e-visioni-per-la-citta-ecosistemica-2/
[Linee guida sulla progettazione integrata del verde urbano e gestione ecosistemica delle città]

Regione Toscana – Dataset open data sugli alberi urbani
https://dati.toscana.it/dataset/alberi
[Esempio virtuoso di trasparenza e accessibilità dei dati sul patrimonio arboreo pubblico]

Fondazione Comunità Milano – Nasce Forestami, obiettivo 3 milioni di alberi entro il 2030
https://www.fondazionecomunitamilano.org/in-evidenza/nasce-forestami-obiettivo-3-milioni-di-alberi-entro-il-2030/
[Presentazione del progetto di forestazione urbana della Città Metropolitana di Milano e del Fondo per la raccolta di donazioni cittadine]

Corriere dell’Economia – Ambiente, il MASE avvia il progetto “RiforestAzione” per il verde urbano ed extraurbano
https://www.corrieredelleconomia.it/2025/03/14/ambiente-il-mase-avvia-il-progetto-riforestazione-per-il-verde-urbano-ed-extraurbano/
[Dettagli sul progetto nazionale RiforestAzione finanziato dal PNRR per la piantumazione di 4,5 milioni di alberi e arbusti in 13 città metropolitane con investimento di 210 milioni di euro]

Fondo Forestale Italiano – Gli abbattimenti degli alberi nelle città: cosa dice la legge
https://www.fondoforestale.it/ilblog/2020/06/09/gli-abbattimenti-degli-alberi-nelle-citta-cosa-dice-la-legge/
[Quadro normativo italiano sulle autorizzazioni agli abbattimenti e regolamentazione comunale del verde urbano]

Gestire il Verde – No panico ma gestione consapevole degli alberi urbani
https://www.gestireilverde.it/no-panico-ma-gestione-consapevole-degli-alberi-urbani/
[Approccio scientifico alla valutazione della stabilità degli alberi, tecniche VTA e necessità di evitare abbattimenti precipitosi post-eventi meteorologici]

LIPU – Alberi caduti: dossier
https://www.lipu.it/sites/default/files/2025-08/alberi%20caduti%20dossier.pdf
[Analisi dettagliata del fenomeno degli alberi caduti a seguito di eventi climatici estremi e raccomandazioni per una gestione preventiva e non emergenziale]

Sostenibilità Equità Solidarietà – Sul taglio indiscriminato degli alberi in Italia
https://sostenibilitaequitasolidarieta.it/sul-taglio-indiscriminato-degli-alberi-in-italia/
[Riflessione critica sul fenomeno nazionale degli abbattimenti indiscriminati e sulle responsabilità politiche e amministrative]

Eywa Divulgazione – Tutto è connesso: il microbioma del suolo e la rete segreta che sostiene la vita, 24 settembre 2025, disponibile su https://eywadivulgazione.it/tutto-e-connesso-il-microbioma-del-suolo-e-la-rete-segreta-che-sostiene-la-vita/

 

Alice Salvatore
Alice Salvatore
Alice Salvatore, è una politica “scollocata”, il concetto di scollocamento è un atto di volontaria autodeterminazione. Significa abbandonare un lavoro sicuro e redditizio, per seguire le proprie aspirazioni e rimanere coerente e fedele al proprio spirito. Alice Salvatore si è dunque scollocata, rinunciando a posti di prestigio, profumatamente remunerati, per non piegare il capo a logiche contrarie al suo senso etico e alla sua coerenza. Con spirito indomito, Alice continua a fare divulgazione responsabile, con un consistente bagaglio esperienziale nel campo della politica, dell’ambiente, della salute, della società e dell’urbanistica. La nostra società sta cambiando, e, o cambia nella direzione giusta o la cultura occidentale arriverà presto al TIME OUT. Alice è linguista, specializzata in inglese e francese, ha fatto un PhD in Letterature comparate Euro-americane, e macina politica ed etica come respira.
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